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14 feb 2020

ASSOLOMBARDA: LE DIFFICOLTÀ E LE PREOCCUPAZIONI DEGLI IMPRENDITORI

Assolombarda: Le difficoltà e le preoccupazioni degli imprenditori

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Da due anni chiediamo ai governi di prestare grande attenzione a tutti i segnali della frenata interna e internazionale. La produzione industriale nel 2019 è tornata a registrare un segno negativo, il peggior risultato dal 2014 e in progressivo peggioramento tendenziale”.

Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, l’associazione che riunisce gli industriali di Milano, Monza e Brianza Lodi e da aprile anche Pavia, apre così l’incontro con Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico.

Bonomi ha parlato di “pregiudizi ostili contro le imprese” citando i casi Ilva, Plastic Tax e Sugar Tax, e facendo riferimento anche ad Alitalia. Ha toccato inoltre i temi delle nuove misure accresci-deficit per quanto riguarda la previdenza e la riforma dell’Irpef della quale non si conosce la copertura finanziaria.

La produttività in Italia è ferma da 25 anni. E siamo reduci da due anni di complessiva gelata degli investimenti privati, che nella manifattura grazie a Industria 4.0 avevano invece preso a crescere a tassi molto rilevanti. Ma le decisioni di ibernarla prima e ripristinarla modificandola solo ora si sono rivelate pesanti errori” afferma Bonomi. Fondamentale è dunque far ripartire gli investimenti, sviluppando una vera e propria “ossessione per la crescita”, continua Bonomi.

Sulla rivisitazione del piano Industria 4.0, con l’ultima legge di bilancio diventato piano Transizione 4.0, il giudizio di Bonomi è cauto: “I nuovi strumenti hanno alcuni aspetti positivi e altri negativi, ma sono tutte cose su cui possiamo lavorare insieme”.

Per Patuanelli gli incentivi del piano Industria 4.0 “avevano funzionato per la sostituzione delle macchine, cosa che però non avviene ogni anno. Questa nuova soluzione permetterà di accedere al credito anche a chi non ha prodotto utile”.

Parlando di edilizia e infrastrutture: “L’edilizia è un settore silenzioso – dice il ministro – non ci sono fabbriche, ma tanti cantieri diffusi. E sulle infrastrutture dobbiamo superare la logica del ‘no a prescindere’ perché si tratta di un settore trainante del Paese. Non possiamo dire no a tutto. Dobbiamo decidere quali sono le opere che vogliamo e quelle che non sono utili: ma dopo aver fatto questa scelta bisogna mettersi al lavoro per sfruttare le risorse che ci sono e che incredibilmente non riusciamo a sfruttare”.

Sull’Automotive, mentre Bonomi definisce “controproducente” l’abbandono del diesel, su cui bisognerebbe invece lavorare ancora, magari puntando sui carburanti sintetici, Patuanelli evidenzia come si tratti di “un settore strategico su cui concentrare gli incentivi e gli investimenti. Cosa che intendiamo fare nel nuovo piano industriale. La transizione in questo ambito può diventare un’opportunità per le imprese”.

L’isteria e la schizofrenia regolatoria che la politica ci ha consegnato con ripetuti esempi quando si parla di industria è per il sistema produttivo fonte di una forte frustrazione. Ma se oggi con il Ministro Patuanelli intendiamo però gettare le basi di un nuovo e diverso rapporto di confronto e collaborazione con le imprese, noi ci siamo. Non chiediamo di meglio. Come imprese, abbiamo la certezza che la politica debba maturare tutt’altra consapevolezza rispetto a ciò che serve a una prospettiva di crescita vera e stabile. Finora non siamo stati ascoltati e i risultati, purtroppo, si vedono”.

Conclude così il Presidente di Assolombarda.

Disponibilità raccolta e ricambiata dal ministro, che chiude dicendo: “Se alla fine del mio mandato quell’imprenditore bresciano che la settimana scorsa mi ha detto ‘Mi sta passando la voglia di fare impresa in questo Paese’ avrà ritrovato la voglia di fare impresa, allora io sarò soddisfatto del mio lavoro”.

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